martedì 26 giugno 2007

mentre il naso lentamente cicatrizza

E’ strano subire un’operazione chirurgica – seppur di poco conto – mentre si è svegli. La mia unica precedente esperienza di sale operatorie era stata per l’appendicite: lì dormire dall’inizio alla fine era stato molto semplice. In questo caso, invece, è come essere dal dentista, ma con molto più sangue in giro.
L’intervento non è stato troppo doloroso - se si eccettua la puntura di anestetico sulla punta del naso – ed è tecnicamente riuscito: tutto bene dunque. L’unico inconveniente è che risulta che sanguinassi molto più del previsto: forse il mio naso è particolarmente capillarizzato, come dimostrerebbe pure il fatto che da piccolo soffrivo molto spesso di sangue al naso. La conseguenza è che la convalescenza è ben più lunga del previsto, perché come mi muovo il naso riprende a gocciolare.
Morale: me ne sto a casa, spostandomi fra letto e studio e fermandomi di tanto in tanto in bagno, aspettando che l’interno del mio naso torni in forma. Sono pure particolarmente stanco e mi affatico con nulla, ma immagino sia normale: solo dopo l’intervento ho capito quanto fosse lungo il condotto che mi hanno allargato.
Due sono state le cose particolarmente notevoli dell’operazione: [qui chi è particolarmente impressionabile è invitato a saltare al paragrafo successivo]: la prima è stata una sensazione davvero pessima, della quale per fortuna ero stato avvisato dall’anestesista. Quando l’anestetico dal naso è colato nella gola me l’hanno fatto deglutire, col che s’è anestetizzato tutto il condotto rino-faringeo. L’esito è che non si sente più passare l’aria quando si respira e ci si meraviglia di non soffocare: di questo avrei fatto volentieri a meno. Il secondo aspetto è molto più divertente. Chi fra voi non è cresciuto in campagna, come invece ho fatto io, probabilmente non avrà mai assistito alla preparazione dei polli e delle galline per la surgelazione. Da piccolo vedevo mio nonno che compiva l’operazione: una volta tirato il collo (cosa che per fortuna non ho mai visto), la gallina va spennata. Tolte le penne più lunghe, bisogna passare l’animale sul fuoco per ammorbidire la pelle e facilitare la conclusione del lavoro. L’odore che viene emesso è assolutamente caratteristico. Ecco: mentre l’otorino bruciava al laser parte del mio naso interno, pur non sentendo alcun dolore, ho sentito lo stesso odore e sono stato precipitato di nuovo ai miei sette anni, quando stavo col nonno in campagna. Una madeleine a forma di naso.
Per fortuna ad aiutarmi in questi giorni di convalescenza c’è anobii, l’ultima droga per che già non era soddisfatto con i blog, flickr, o magari addirittura last.fm o twitter(ma questa secondo me è una delle più grandi vaccate della storia). Potrei parlare di come, volontariamente, stiamo diffondendo in rete una tal quantità di informazioni su di noi, che chiunque potrebbe banalmente fare da Grande Fratello, ma adesso non ne ho voglia. Preferisco darvi il link alla mia libreria, su cui ho amorevolmente elencato tutti i libri letti da febbraio 2004 e un po’ di quelli che mi ricordo d’aver letto in precedenza.

mercoledì 20 giugno 2007

Un naso nuovo

Cari lettori pochi ma, spero, affezionati, vi saluto per l'ultima volta col mio vecchio naso. Domani un uomo vestito di bianco ne cambierà l'essenza, cercando di donare un respiro più profondo ai miei pensieri. Non di intervento estetico si tratta - giammai! - ma di intervento funzionale perché da sempre, nonostante le dimensioni imponenti, non respiro bene. Da più piccolo avevo anche sviluppato una teoria, in merito alla inscindibile connessione fra grande naso e intelligenza: Dante, Leonardo, Napoleone.. gli esempi certo non mi mancano.
Quando ho chiesto al chirurgo informazioni sull'estetica che avrebbe avuto il mio naso dopo l'intervento, lui ha travisato: "eh, non possiamo fare molto.." "E invece è proprio il contrario!", ho ribattuto io, "Deve rimanere il più possibile simile a come è ora!".
Insomma: non so nemmeno che forma avrà il mio naso domani. Mi aspetta un futuro incerto.

giovedì 14 giugno 2007

Cosa diavolo significa in italiano? - 4

Come raccontavo già in alcuni precedenti post, capita spesso di sentire gente esprimersi in modo strano, in questi luoghi. La settimana scorsa, prima del consueto “seminar lunch[1]”, mi sono trovato a fare due chiacchere con altro ragazzo. Si parlava di progetti per il poco tempo libero: idee che spesso non si realizzano. Comunque ho considerato la conversazione conclusa quando mi ha annunciato che “il mio prossimo task è imparare lo spagnolo[2]”.

Il seminario è stato abbastanza divertente, specie quando la ricercatrice ha risposto ad alcune domande degli uditori. Un ragazzo metteva in dubbio la relazione di causa effetto fra le variabili che lei aveva trattato nell’articolo, sostenendo che forse ciò che lei aveva individuato come causa era in realtà l’effetto, e viceversa. E lei ha risposto che, in effetti, è un po’ un “chicken and egg problem[3]”...

L’articolo aveva a che vedere in qualche modo con importanti scienziati americani (“star scientist”): fisici e matematici. Una differenza, ho scoperto, è che mentre i fisici hanno bisogno di complicate attrezzature di laboratorio, matematica è una facoltà “paper and pencil[4]”, in cui cioè ai ricercatori bastano carta e penna per lavorare. O almeno era così fino a poco tempo fa. Del resto lei stessa non lo sapeva bene, non essendo “hands on[5]” su questo problema.

[1] Seminario che si svolge alle 13:00. Il pubblico, mentre ascolta, mangia un panino o, se preferisce, un pranzo che si è portato da casa.
[2] Il mio prossimo compito è imparare lo spagnolo
[3] Il problema dell’uovo e della gallina. Quanto pare aulico in inglese..
[4] Carta e matita
[5] Con le mani su questo problema. Espressione figurata per indicare ciò cui ci si sta dedicando.

giovedì 7 giugno 2007

Ancora Nosadella

Troppo lavoro, non ho fatto in tempo a parlarne prima.
Alla fine il cinema Nosadella ha chiuso.
L'ultima proiezione è stata commovente sia per il film - il meraviglioso Little Miss Sunshine - che per l'atmosfera da festa triste messa in piedi dai fratelli Moffa, i gestori del Cinema. Ho imparato nuove notizie, che non hanno fatto altro che aggiungere amarezza ad amarezza.
Che i conti economici del cinema, per esempio, erano perfetti.
Che Cofferati e Guglielmi (assessore alla cultura del Comune di Bologna ed ex presidente di RaiTre e dell'istituto Luce) avevano giurato, in una riunione dell'Agis, che non sarebbero stati concessi altri cambi di destinazione d'uso per trasformare cinema in appartamenti. Poi però avrebbe fatto tutto un altro assessore, senza che loro lo sapessero.
Che i gestori del cinema erano pronti, coinvolgendo alcuni produttori amici, a comprare l'immobile per ristrutturarlo, aggiungendo altre due piccole sale.
Che i Moffa hanno tutto ciò che occorre per riaprire, se solo trovano un luogo adatto per farlo.

Per tutto questo: