mercoledì 4 aprile 2007

Cosa diavolo significa in italiano?!

Nasce oggi la nuova rubrica di questo blog: “cosa diavolo significa in italiano?!”

E’ una rubrica di protesta: forse voi la troverete inutile, ma per me sarà terapeutica. Ho già avuto modo in passato di lamentarmi dello smodato uso che si fa dell’inglese in certi ambienti. Non ho nulla contro la lingua in se: anche se non è musicale come l’italiano, sensuale come il francese, chiassosa e divertente come lo spagnolo o incomprensibile come l’hindi, è sicuramente fondamentale conoscerla e saperla parlare correttamente.
Il problema nasce quando viene usata come un vessillo della propria presunta cultura o, peggio, come randello per far apparire convincenti e profonde argomentazioni altrimenti vuote e banali. Spesso, in ambito aziendale, viene usata in questa maniera. Le aziende, come i dipartimenti di direzione aziendale, guardano agli Stati Uniti come a La Mecca e, dunque, la stessa cosa, detta in inglese, sembra molto più interessante.
Non sono un linguista e non ho idea di quanto le mie argomentazioni possano essere sensate, ma non posso sopportare l’uso, sempre più diffuso, di incastonare sostantivi ed aggettivi inglesi in un discorso condotto con la grammatica italiana. Posso al limite tollerare l’uso di termini difficilmente traducibili, come Brainstorming (che pure in Spagna, per esempio, si traduce tormienta di ideas. Poi ti stupisci che l’economia spagnola corra il doppio della nostra..) ma trovo assolutamente scellerato ed inaccettabile quando si usano parole facilmente traducibile in italiano. E’ il paradosso di un linguaggio fatto non per comunicare.

E dunque, placata l’indignazione, passiamo all’ironia. In questa rubrica raccoglierò frasi lette o ascoltate davvero: si tratterà di frasi che chi ha pronunciato riteneva assolutamente normali, ma che racchiudono l’uso criminale dell’inglese di cui ha appena raccontato. L’idea è: che cosa capisce un lettore comune? Provate a tradurle e ditemi cosa ne pensate...

1)“La parte che poteva essere stressata di più era quella sulla teoria delle decisioni”

2)“Devo essere più broad”

3)“L’impresa come bundle of knowledge. La natura del knowledge influenza la sua trasferibilità: quanto più tacito e tanto maggiore è la causal ambiguity, tanto più risulta sticky e non trasferibile”

2 commenti:

Anonimo ha detto...

chi abusa dell'inglese non conosce l'italiano.
così è deciso, l'udienza é tolta.

toyg ha detto...

"Devo essere piu' broad" sarebbe fantastico detto da una donna.