La Festa della Salani è stata una vera delusione. Basta dire che c’era più gente alle dieci, in coda per entrare, di quanta non ce ne fosse un’ora dopo, aspettando l’uscita del libro. Mica colpa dei trampolieri, che cercavano di essere divertenti. Nemmeno di quei personaggi vestiti da maghi, che il loro spettacolo hanno provato a farlo.
Ma questa non è un’organizzazione decorosa: la piazza coperta di Sala Borsa è un posto talmente bello che, senza spendere nulla per allestimenti e fondali, sarebbe stato possibile allestire un qualsivoglia spettacolo, sui due piani superiori, che fosse visibile e godibile da tutti.
Senza accalcarsi per forza intorno ai pochi banchetti predisposti.
Senza dover fare mucchio intorno a Silver, che è pure bravo, ma Lupo Alberto c’entra con Harry Potter come le orecchie oblunghe col Signore degli Anelli.
Potevano fare un po’ di tutto: letture dei brani salienti dell’opera, un piccolo allestimento teatrale con attori che recitassero alcuni dei dialoghi più belli (e c’è solo l’imbarazzo della scelta).
E invece, nulla.
Non dico mettere un palco in mezzo alla Piazza Coperta, che sarebbe stato chiedere troppo. Ma almeno un duello di maghi ai piani alti, qualsiasi cosa che potesse evocare l’atmosfera dei libri.
Avrebbero fatto più bella figura a non organizzare nulla.
La cosa peggiore è stata la donna col cappello da strega, quella che girava facendo domande alle persone presenti, regalando loro caramelle nel caso avessero risposto giusto. A parte che chiedere “come si chiami il cacciatore dell’Irlanda” è nozionismo della peggior specie; a parte che commenti come “qui ci sarà anche qualcuno che non ha letto il libro, ma si vergogna e vuole partecipare lo stesso” sono di una tristezza imbarazzante; a parte che le battute che la donna cercava di fare con i bambini intervistati erano di una pochezza davvero tormentosa.
Ma almeno poteva evitare di sbagliare i nomi di alcuni personaggi fondamentali per la saga.
Più che alla festa per il lancio di un libro amato e comprato da migliaia di lettori, sembrava di essere ad un dietro le quinte de “La vita in Diretta”.
Triste.
Meno male che la Feltrinelli ha aperto presto: un paio d’ore a girovagare per libri, aspettando che la coda alla cassa si riducesse, sono un bellissimo modo di passare un venerdì sera. Il timbro sui libri appena comprati è un po’ da feticisti, ma va bene anche così. E il pipistrillo è stata un’idea semplice e carina.
A saperlo prima, però, sarei andato volentieri alla libreria Irnerio, a godermi una cena potteriana a base di Zuccotti di Zucca, Tartine Babbane, Mou Mollelingua ed altre amenità simili, in attesa dell’uscita del libro.
Ah, la traduzione di “Harry Potter e i Doni della Morte” è all’altezza della festa, ma di questo parleremo nel prossimo post.
Le foto della festa sono tratte dal sito della Salani
2 commenti:
Uffa. Ho lasciato il mio pipistrillo a Bologna.
Per favore lo metti insieme al tuo, così almeno non si sente solo? :)
Your striped-dressed myspace (cow-)girl.
Io l'ho letto tempo fa, in inglese. Ero rimasta un po' delusa da quest'ultimo libro. Sarà che il dispiacere per la fine della saga mi ha influenzata, ma ci sono delle parti che secondo me erano forzate. Il mio preferito resta il prigioniero di akzaban.
cioa ciao
Sabina
Posta un commento